Questo il senso del titolo della diciannovesima edizione di BizTravel Forum 2022 – l’evento per antonomasia della Community del Travel, della Mobility, Turismo ed Eventi a firma Uvet – tenutasi a Milano, giovedì 24 Novembre, nella raffinata e accogliente atmosfera dell’ Hotel Melià.
Molte le novità, a partire dal format: unica giornata, 4 forum in sequenza, presenza riservata agli operatori del settore, e messa in onda in diretta streaming per tutti coloro che non sono riusciti a partecipare.

Attuali e coinvolgenti i contenuti dei quattro forum in programma: Macroscenari economici, Smart mobility, Spazi virtuali e futuro del travel, Transizione ecologica ed energetica e gli impatti sui modelli di business del turismo, condotti da “navigati “, per rimanere in tema, moderatori. Sotto la direzione incalzante di Nicola Porro, Vicedirettore de Il Giornale, il Presidente del Gruppo Uvet Luca Patanè, dopo i rituali saluti di benvenuto ha dato il via al primo panel, dedicato agli “Scenari del 2022, dall’economia al travel” presentati da Valerio De Molli, Managing Partner e Amministratore delegato di The European House of Ambrosetti. Nessun “allarme rosso” per de Molli, al massimo qualche “preoccupazione”. Secondo Ambrosetti, il sentiment è positivo, “con metà degli imprenditori che starebbe valutando di riportare in Italia alcune fasi della filiera produttiva e anche il debito pubblico sarebbe destinato a calare nei prossimi anni, tornando ai livelli pre-crisi nell’arco di sette anni, chiaramente in assenza di shock esogeni imprevedibili”. L’Italia ha recuperato attrattività sui mercati internazionali, in termini di investimenti dall’estero e nel 2021 ha assistito “ad una forte ripresa degli scambi turistici, post pandemia: gli arrivi totali dell’anno sono pari al 78,7% del 2019, dato che sale al 90,3% considerando il mese di agosto”. Quest’anno, nel trimestre giugno-agosto “gli arrivi sono pari al 90% di quelli registrati nello stesso periodo 2019. Molte, ancora le incognite da valutare, ma in generale i segnali spingono a tacitare le Cassandre, e a una cauta osservazione, “potremmo essere al picco” ha concluso De Molli.

Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori, Intesa SanPaolo, concorda con De Molli e si è dichiarato fiducioso per il 2023. Cosa farà Intesa Sanpaolo per il turismo? Tre gli ambiti di intervento: “alzare la qualità dell’offerta. Abbiamo messo a disposizione una linea di prestiti per supportare gli investimenti finalizzati al miglioramento dal punto di vista qualitativo”, secondo ambito di intervento è a favore dell’ampliamento dell’offerta e poi c’è il tema energetico. A tal proposito Barrese fa presente che hanno stanziato “6,5 mld per investimenti nel settore alberghiero“. Criticità della nostra offerta alberghiera? Mancanza di aggregazione, “bisognerebbe avere un meccanismo che consenta alle strutture di aggregarsi, vediamo un’assenza di catene alberghiere, mettersi assieme porta vantaggi importanti sul fronte dei costi e sul tema degli approvvigionamenti, inoltre, la dimensione aumenta la capacità di negoziazione con i fornitori”.

Nella direzione dello swimming anche Damiano Sabatino, Vice President and Managing Director Europe di Travelport, in linea con Ambrosetti per quanto riguarda la “vitalità della ripresa economica del nostro Paese. La ripresa continuerà? Ci sono degli elementi endogeni che possono ridurla” per esempio “la riduzione della capacità della flotta dei vettori, l’incremento dei prezzi nel settore aereo, ma anche la carenza di personale specializzato. E poi c’è “il gap esperienziale”. Numeri alla mano il 64% delle persone ama viaggiare, ma “solo il 25% trova gradevole l’esperienza della prenotazione”.

Anche i treni ripartono, a riflettere su tali temi è stato Pietro Diamantini, direttore Business Alta Velocità, Trenitalia: “Lo scenario è cambiato – esordisce – se prima il traffico era un 40% leisure e un 60% bt, ora si è invertito sul leisure, con la risalita del bt”. L’azienda ha risposto a tale inversione, “siamo stati veloci nel dare le risposte anche a quell’incremento di arrivi internazionali che c’è stato dal Canada, con la messa in atto di azioni sui servizi, quali la sincronizzazione durante i mesi estivi, con gli arrivi dei voli internazionali, l’implementazione dei servizi in continuità e servizi ancillari di proposte che arrivano fino a casa”. Tra le azioni di supporto, Trenitalia ha “favorito il pricing verso le famiglie, il trasporto degli animali domestici. Tutta una serie di iniziative che hanno fatto crescere il leisure. Tra i must c’è anche l’investimento sul fronte estero determina un risvolto per l’incoming. É molto importante l’internazionalizzazione, ossia “vendere il nostro sistema ferroviario e portare i passeggeri ovunque, facendo sistema con tutti gli aspetti del viaggio”, ha dichiarato in chiusura Diamantini. Confortanti le parole del Presidente del gruppo Uvet Luca Patanè, che sulla forza dell’incoming si appella ai dati ottimistici degli arrivi sugli aeroporti. “L’effetto molla c’è stato”, riconosce, ma c’è stata anche la riapertura di certi mercati, come l’Oriente. “Si devono fare i conti con la Cina ancora chiusa – afferma – vedremo nel 2023”. Per Patanè siamo “sempre primi nel Pil del turismo e per questo meritiamo un ministero del Turismo, quello che portiamo in incoming ed outgoing dobbiamo capitalizzarlo”.

Brillante anche il panel dedicato alla Mobility, il cui tema centrale ha ruotato inevitabilmente intorno alla sostenibilità e alle sfide che tutte le aziende, siano costruttrici o utilizzatrici, devono affrontare nei prossimi anni. Il mondo della mobilità e quindi anche la mobilità aziendale vive la sua rivoluzione epocale, come sottolineato anche da Michele Crisci, Presidente UNRAE e CEO di Volvo Italia: “il mercato sta cambiando pelle, non solo i motori e la propulsione: presto il ciclo produttivo dovrà farsi obbligo delle responsabilità ESG, per materiali e iter costruttivi. La guida autonoma, vero cambiamento è già a livello 4: oltre ad azzerare gli incidenti, permetterà di costruire auto più leggere, affrancandosi così dai metalli pesanti. Quindi progettando auto più efficienti”. Parlando dell’Italia – spiega il numero uno di Unrae – devo purtroppo dire che non si vendono le auto elettriche (3,6% del totale quest’anno) e le sue vendite sono in discesa, unico paese in Europa,” uno dei motivi la debolezza delle infrastrutture, la sfida portare il paese all’altezza dei programmi della transizione energetica. Interessante anche l’intervento di Testa, Managing Director di Avis Budget, che ha illustrato come Avis sia pronta per i noleggi anche di auto elettriche, di come stiano aumentando le richieste di questo tipo di mobilità anche da parte delle aziende che entrano e che dovranno aderire ai protocolli legati al piano per la transizione energetica, e di come la pandemia abbia in un certo senso aumentato la richiesta di noleggio auto, preparando un’offerta di noleggio green.
Federica Borrelli, Salvatore Sacco – Marketing Department