E’ ormai evidente che l’evoluzione dei piani vaccinali e l’allentamento delle restrizioni da parte di molti Governi farà da driver per la ripresa dei viaggi d’affari che auspichiamo vada a consolidarsi già dal mese di settembre. In un recente studio effettuato da McKinsey & Co, si è cercato di tracciare i profili di quattro categorie di viaggiatori con lo scopo di aiutare le aziende a pianificare la ripresa dei viaggi d’affari.
Ognuno di questi archetipi ha caratteristiche molto definite che lo rendono unico e che condizionano la sua più o meno rapida ripresa a viaggiare per lavoro, ovviamente hanno un peso differente i settori in cui operano, lo scopo della trasferta ed infine l’abitudine consolidata di viaggiare maggiormente in ambito nazionale o internazionale. Vediamo insieme il quadro tracciato da questa ricerca:
Partiamo dai pesi che questi viaggiatori hanno rappresentato nel budget di spesa 2019. I quattro clusters hanno pesato per il 60%, il 20%, il 15% e il 5%. La buona notizia per gli addetti ai lavori è che probabilmente la fetta che impiegherà più tempo a tornare “on the road” (o che non ci tornerà affatto) è quella che corrisponde al 20% della spesa Business Travel che l’azienda aveva investito nel 2019.
Partiamo da coloro che vengono definiti segmento “never left”. Sono coloro per i quali il viaggio è una componente essenziale della propria attività e hanno subito ripreso a viaggiare non appena le restrizioni aziendali e governative lo hanno reso possibile. E’ la categoria che nel 2019 ha rappresentato circa il 15% delle spese aziendali e comprende i manager di aziende manifatturiere con una distribuzione ampia sul campo di fabbriche e lavoratori in esse impiegati. Chi era riluttante sull’utilizzo del mezzo aereo ha optato per gli spostamenti in treno e/o in auto.
Il cluster successivo preso in esame è identificato come “never returning”. Si tratta del segmento che rappresenta per le aziende una ghiotta opportunità di ridurre in modo permanente il budget dei viaggi d’affari e nel 2019 ha rappresentato circa il 20% dell’intero spending. Stiamo parlando di coloro che si sono perfettamente adattati a dialogare in modo digitale e a lavorare da remoto. L’evoluzione della tecnologia ha fatto il resto non facendo loro più sentire la necessità del contatto interpersonale. Si suppone che solo una piccola parte di questa tipologia di traveller tornerà a viaggiare.
Passiamo ora ai viaggiatori appartenenti al gruppo FOMO “fear of missing out”, che sarà quella a guidare concretamente la ripresa dei viaggi d’affari con il proprio peso del 60% nella spesa sostenuta dalle aziende nel 2019. Stiamo parlando di tutti coloro che vanno in trasferta per incontrare i clienti e per coltivare le relazioni commerciali esistenti. Chi crescerà in modo più rapido, e lo stiamo già vedendo in questa prima parte dell’anno, saranno le piccole e medie imprese (PMI) poiché soggette ad un iter autorizzativo molto più snello rispetto a quello in vigore nelle grandi aziende. A dare il via alla ripresa è proprio l’effetto domino che si scatena dalla competizione tra aziende rivali, vedendo che i propri concorrenti iniziano a muoversi sui clienti, ogni azienda cercherà di accelerare la ripresa dei viaggi per non lasciare senza presidio il proprio settore.
Ultimo segmento preso in considerazione quello dei “wait and see” costituito da lavori in settori e ruoli relativamente senza competizione. Sono viaggiatori d’affari che appartengono al settore pubblico, ad associazioni professionali ed organizzazioni no-profit. Molti di loro sono migrati verso l’organizzazione degli eventi virtuali per sostituire gli eventi di persona, e torneranno a viaggiare in modo cauto. Rappresentano solo il 5% della spesa 2019 per viaggi d’affari.
Nel complesso i quattro cluster descritti confermano una ripresa irregolare del traffico corporate che si manterrà fino almeno al 2023 con una riduzione almeno del 20% rispetto ai risultati del 2019. Ovviamente la motivazione della trasferta e l’area di destinazione contribuiranno anche esse da una più o meno rapida ripresa delle attività, come dimostra la chart di seguito riportata.

Antonello Lanzellotto – UVET GBT Supplier Relations