In Italia l’offerta alberghiera è composta da circa 32.000 strutture, numero che conferisce al Paese il primato europeo in termini di offerta turistica.
Già il 2022, ha rivelato un crescente interesse per il mercato domestico da parte di investitori internazionali, registrando complessivamente investimenti pari a circa €1,6 miliardi.
A partire da tali riscontri, Deloitte ha condotto un’ analisi, coinvolgendo circa 400 attori dell’industria alberghiera italiana, sui loro orientamenti e propensioni previsti per il 2023 e gli anni successivi, al fine di fornire un quadro esauriente sul contesto di mercato e sulle previsioni attese.
L’interesse degli investitori verso il mercato italiano
Nonostante i prezzi elevati degli immobili, il costo del debito e la burocrazia, ritenuti elementi frenanti per gli investimenti alberghieri, l’interesse per l’Italia è molto alto: quasi il 90% del campione intervistato vuole investire nel nostro Paese. Circa il 67% dei soggetti intervistati è interessato ad effettuare investimenti per oltre €100 milioni e buona parte di questi destinerebbe oltre la a metà del proprio capitale al mercato alberghiero.

In termini di destinazione, il focus è verso le aree del Nord e l’interesse maggiore è generato da hotel situati in città primarie e in località marittime, seguite dai laghi, con preferenze rispettivamente del 88%, 67% e 38%.

L’ orientamento, va prevalentemente verso investimenti nei segmenti di mercato di alta gamma: circa il 68% ha mostrato maggiore interesse verso alberghi di fascia alta (segmenti upperupscale, premium e luxury).
Gli investimenti in sostenibilità
Il sondaggio ha toccato il grande tema delle politiche rivolte alla sostenibilità ambientale. La quasi totalità degli intervistati (96%) ritiene che gli investimenti rivolti alla sostenibilità ambientale possano favorire un decremento dei costi di gestione, mentre il 63% ritiene che possano anche generare un significativo impatto sull’ aumento dei ricavi.

Anche i gruppi alberghieri evidenziano un grande interesse verso le politiche di sostenibilità ambientale, pur con la consapevolezza che il settore alberghiero italiano sia in ritardo rispetto ad altre destinazioni internazionali.
La maggioranza dei gruppi intervistati sta già implementando iniziative volte al risparmio energetico, al risparmio idrico e ad una migliore gestione dei rifiuti. Il 95% ritiene che tali azioni portino un decremento dei costi di gestione con conseguente significativo aumento dei ricavi.

Dal punto di vista dei direttori hotel, invece, il 57% del campione di indagine ritiene che ancora non si stia facendo abbastanza in termini di sostenibilità. Le iniziative di sostenibilità maggiormente adottate sono per il 94% quelle rivolte al risparmio energetico e alla riduzione dei rifiuti in plastica, per l’83% politiche di riduzione degli sprechi alimentari e per circa il 75% azioni rivolte alla riduzione degli sprechi d’acqua. In termini di efficacia di tali azioni, l’85% i direttori intervistati confermano la convinzione che esista una correlazione diretta tra decremento dei costi e di questi il 78% ritiene che possano generare un aumento dei ricavi.

Conclusioni
Dall’analisi emerge uno scenario alquanto positivo per il mercato alberghiero italiano. Gli investitori considerano l’Italia una meta turistica ambita e sono pronti ad investire nel paese. I gruppi alberghieri presenti sul territorio stanno cercando di ampliare la loro presenza, mentre gruppi esteri vogliono fare il loro ingresso nel mercato italiano con l’obiettivo di una crescita rapida.
Nord e Centro Italia sono le zone del paese preferite dagli investitori in cerca di asset con rendimenti più stabili, mentre i gruppi alberghieri preferiscono il Centro ed il Sud, in quanto mercati meno saturi. Le città principali, come Roma, Milano, Firenze e Venezia, sono le mete più ambite per investitori e gruppi alberghieri, seguite dalle località Sun & Sand e dai laghi. In particolare, gli investitori hanno mostrato poco interesse per le città secondarie, a differenza dei gruppi alberghieri, i quali sono attratti dall’idea di investire in tali destinazioni.
Analizzando le politiche di sostenibilità ambientale, tutti i soggetti coinvolti concordano sulla rilevanza di tali tematiche. Tuttavia, circa il 60% degli intervistati ritiene che l’attuale impegno delle aziende alberghiere italiane verso la sostenibilità sia ancora insufficiente. Questo dato fa sicuramente riflettere, soprattutto se rapportato alla consapevolezza da parte di tutti gli intervistati sull’influenza positiva che tali iniziative hanno sulla riduzione dei costi e sull’incremento dei ricavi.
Per essere sempre più competitivi nel panorama turistico internazionale, l’adeguamento delle strutture ai moderni criteri di sostenibilità diventa un elemento imprescindibile. Il settore vive un momento positivo, in cui convergono gli interessi di tutti i player coinvolti: gli investitori pronti a destinare importanti capitali al mercato alberghiero italiano, i gruppi sempre più intenzionati ad espandersi nel paese e i direttori dei singoli hotel che vedono con grande ottimismo l’aumento delle performance gestionali nei prossimi anni.
La vera sfida per l’industria alberghiera italiana consiste nel rinnovare e adeguare l’offerta turistica agli standard internazionali di sostenibilità, insieme all’obiettivo di conquistare maggiori quote di mercato nel segmento del lusso.
Giorgia Camisasca – Marketing & Communication Department