Nei primi cinque mesi del 2025, il Business Travel italiano si è contraddistinto per una sostanziale stabilità nei volumi di viaggio, a fronte di una contrazione progressiva della spesa media. Il numero di transazioni – misurato tramite l’indice BTT – è rimasto infatti stabile, oscillando tra 80 e 83, segnalando una domanda costante da parte delle imprese.
Tuttavia, questa apparente tenuta nasconde un cambiamento significativo nei comportamenti di spesa. L’indice del Valore Globale è sceso da 108 a 95, mentre l’indice della Spesa Media per transazione è passato da 132 a 120. In termini pratici, le aziende continuano a viaggiare, ma lo fanno con maggiore prudenza e attenzione ai costi. Questa tendenza è confermata da travel policy sempre più stringenti, orientate all’efficienza e alla razionalizzazione delle trasferte.
Un altro dato rilevante riguarda i prezzi medi, in calo rispetto al 2024. L’unica eccezione è rappresentata dal segmento RAIL, che mostra una dinamica opposta, mantenendosi stabile o in lieve crescita. Le cause? Da un lato, l’eccesso di offerta rispetto alla domanda esercita una pressione al ribasso sui prezzi; dall’altro, le incertezze geopolitiche – in particolare le fluttuazioni sui dazi negli Stati Uniti legate alle decisioni della nuova amministrazione Trump – stanno influenzando il contesto internazionale, spingendo le imprese a muoversi con maggiore cautela.
Un quadro economico ancora fragile
A livello macroeconomico, l’Italia si muove in un contesto di lenta ripresa. Secondo l’Istat, il PIL italiano è cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, con una variazione tendenziale annua dello 0,7%. Un risultato positivo ma insufficiente a generare una vera spinta nei settori produttivi più colpiti, come il tessile, l’automotive, la chimica di base e il sistema moda.
Anche la produzione industriale resta debole: a marzo si registra un incremento marginale dello 0,1% rispetto a febbraio, ma un calo dell’1,8% su base annua. In controtendenza solo il settore energetico, che segna un +12,2%, mentre la produzione di coke e derivati petroliferi crolla del 17,2%.
Sul fronte dei prezzi, l’inflazione rallenta all’1,7% a maggio (dall’1,9% di aprile), grazie alla decelerazione dei beni energetici e alimentari. Il mercato del lavoro mostra invece segnali positivi: il tasso di occupazione è stabile rispetto a marzo ma in aumento dello 0,5% rispetto ad aprile 2024, mentre la disoccupazione scende dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua.
Infine, a maggio migliora anche il sentiment: l’indice di fiducia delle imprese sale a 93,1 (da 91,6 di aprile), mentre quello dei consumatori tocca quota 96,5 (da 92,7), segnalando un clima più favorevole, seppure ancora fragile.
Conclusioni
Il mese di maggio 2025 conferma un trend già emerso nei mesi precedenti: i volumi di viaggio aziendale restano costanti, ma si assiste a una progressiva contrazione della spesa media. Le imprese non rinunciano a muoversi, ma adottano strategie più selettive, riflesso diretto delle tensioni economiche e geopolitiche in corso.
In un contesto macroeconomico incerto, con segnali misti tra ripresa e stagnazione, il business travel si adatta, puntando su efficienza e valore, piuttosto che su quantità.