È già passata una settimana da quando le associazioni di categoria rappresentative del comparto dell’ospitalità (Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel) hanno trasmesso al Governo e alle Regioni un protocollo nazionale denominato “Accoglienza Sicura” in tema di prevenzione contro la diffusione del Covid 19 nelle strutture ricettive, tuttavia ancora non sono arrivate risposte ufficiali.
Il Duty of Care in ambito alberghiero, in questa fase di ripartenza, è salito alla ribalta sia all’ interno di open-discussions sul piano nazionale che vedono la partecipazione i Travel Managers italiani, sia nei confronti aperti che animano molti blog internazionali di settore.
Già lo scorso 31 marzo la World Health Organization aveva diffuso una WHO Interim Guidance nella quale forniva alcune considerazioni specifiche per operare in ambito alberghiero durante l’emergenza Covid19.
Le Catene Internazionali hanno iniziato a muoversi in autonomia, alcuni ad esempio come il Gruppo ACCOR e NH Hotel Group scegliendo la strada della certificazione. ACCOR si è rivolta a Bureau Veritas per far certificare il protocollo di misure sanitarie adottate in ambito di alloggio e di ristorazione e che definirà gli standard sanitari applicabili a tutte le strutture del Gruppo, nonché ad altre catene ed Hotel Indipendenti. NH Hotels ha invece anticipato che sta lavorando con SGS, leader mondiale per i servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione per sviluppare il protocollo di misurazione e diagnostica che permetterà al Gruppo di riattivare la propria operatività garantendo la massima salute e sicurezza.
Altri brand internazionali come BWH Hotel Group e HILTON hanno redatto i propri protocolli denominati rispettivamente “Igiene e Sicurezza” e “CleanStay”. BWH si è ispirato alla Guida della WHO e al documento “Accoglienza Sicura” presentato al Governo dalle Associazioni di categoria, HILTON invece lo ha elaborato insieme agli esperti della RB (Reckitt Benckiser), la multinazionale inglese famosa per la produzione di una vasta gamma di disinfettanti con i marchi Dettol e Lysol. MARRIOTT infine, nel rispetto delle indicazioni fornite dal WHO e dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention), ha dato vita al Global Cleanliness Council, composto da un team di esperti, scienziati e professori del mondo accademico, già al lavoro per sviluppare un protocollo che garantisca il livello massimo di igiene e pulizia per l’industria alberghiera mondiale.
E come dovranno muoversi gli Hotel indipendenti che sul nostro territorio rappresentano lo zoccolo duro dell’industria alberghiera nazionale? Sono molti gli esperti che si stanno proponendo sul mercato per affiancare le strutture in questa fase o per fornire semplicemente consigli e procedure: dalla italiana Teamwork Hospitality, all’ americana Hospitality Revenue Solutions, fino alla National Environment Agency di Singapore che ha lanciato la campagna SG Clean per rafforzare nell’ intera struttura sociale del piccolo Stato un vera e propria “Keep Clean Culture” in questo momento delicato del post-pandemia.
I providers di Hotel Solutions come HRS e le OLTA come Booking.com sono già all’ opera utilizzando i rispettivi sistemi di sourcing per far stilare dalle strutture alberghiere articolate check-list relative alle azioni già messe in campo in tema di igiene e sicurezza e per tracciare servizi operativi o quelli temporaneamente sospesi.
Una cosa è certa, gradualmente tutti i player del mondo dell’ Hospitality, che siano catene alberghiere o hotel indipendenti, stanno facendo concreti passi avanti per garantire ai propri ospiti che la struttura in cui hanno scelto di soggiornare abbia posto la giusta attenzione a tutte le procedure che possano evitare il rischio del contagio.
Quando domani entreremo di nuovo nella reception di un albergo dovremo indossare la mascherina e dovremo seguire rigidi percorsi che assicurino il distanziamento con gli altri ospiti. Le procedure di check-in saranno sicuramente touchless e faremo molta attenzione a tutti gli oggetti destinati al tatto, sia negli spazi comuni che nelle camere, come maniglie e interruttori dell’ascensore (chiedendo preferibilmente l’assegnazione della camera ad un piano basso per evitarne l’uso), comando del televisore, cassaforte o macchina del caffè. Nella stanza non troveremo più gadget non facilmente igienizzabili come matite, block notes e giornali. I menù per il room-service saranno plastificati per poterli pulire con regolarità, come sarà possibile che le bevande nel frigo bar e gli snack vengano portati in camera solo su specifica richiesta. Sicuramente per un lungo periodo la colazione a buffet sarà sostituita da monoporzioni sigillate e il ristorante stesso sarà stato riconfigurato per garantire un maggiore distanziamento con gli altri ospiti dell’hotel … ma sarà bello tornare in trasferta e accetteremo di sicuro tutto questo con responsabilità.
Ma cosa succederà invece nelle nostre Aziende? Dovremo dedicarci al workflow autorizzativo che avevamo reso perfetto come un orologio. Quanti saranno adesso i nuovi livelli autorizzativi da implementare e quali le logiche per evitare di creare un imbuto che blocchi l’intera operatività dei viaggi aziendali?
E per quanto riguarda la Travel Policy sarà necessario rivedere il nostro Hotel Program individuando strutture nelle vicinanze del luogo di lavoro per limitare l’uso dei mezzi pubblici, andremo a privilegiare il “Duty of Care” piuttosto che la ricerca del miglior prezzo, dovremo probabilmente mettere per un po’ in soffitta le logiche della best buy, puntando invece sulla flessibilità delle tariffe. Se i nostri viaggiatori utilizzano già un self-booking tool avremo necessità che venga assegnato e reso visibile un rating “SAFETY” che renda “prenotabili” solo le strutture che garantiscono l’adeguato protocollo di igiene e sicurezza.
Sono molti i temi su cui dovranno lavorare in questi giorni i Travel Manager di Aziende grandi e piccole, di multinazionali e non. Di sicuro non avranno di che annoiarsi, la fase 2 è appena iniziata …
Antonello Lanzellotto – UVET GBT Supplier Relations